Secondo Australian Open e terzo titolo in un torneo del Grande Slam per Jannik Sinner


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Jannik Sinner e Alexander Zverev durante la premiazione all'Australian Open 2025
Jannik Sinner e Alexander Zverev durante la premiazione all'Australian Open 2025

Mi aspettavo un po’ di più da questa finale all’Australian Open, forse perché in palio c’erano alcuni fattori determinanti per decretare un match più combattuto, che lasciasse il segno: da un lato la voglia di Jannik Sinner di riconfermare il titolo e lo status di numero uno indiscusso e dall’altra Alexander Zverev che, alla sua terza finale in un torneo del Grande Slam, andava a caccia del primo titolo.

Il match, però, è stato sempre a senso unico, anche perché Jannik Sinner è apparso da subito concentrato e centrato, la solita macchina sparapalle, muro in risposta e negli scambi da fondo campo, preciso nel disegnare il campo. Zverev ha messo in campo ciò che aveva per contrastarlo: servizio e rovescio. Ma non potevano bastare oggi, anche perché laddove si è sentito stretto all’angolo, il tedesco ha provato timide discese a rete accompagnate da tocchi non proprio nelle sue corde, con scarsi risultati. Il dritto è stato il colpo più traballante.

Certo, detto così sembra che sia stato poco performante, ma non lo è stato di fatto, il tedesco ha avuto le stesse difficoltà che riscontrano gli altri giocatori del circuito che affrontano Sinner. Chi segue il campione italiano, infatti, sa benissimo che ti costringe a giocare male, togliendoti il tempo negli scambi da fondo campo quando entra in anticipo sulla palla e passandoti a rete se la tua posizione non è perfetta, deliziandoci anche con scivolate e allungamenti estremi che ricordano il miglior Djokovic. Morale della storia: ti costringe a giocare un colpo in più concedendo pochi regali.

Il break nell’ottavo gioco del primo set è stato decisivo per chiudere 6-3. Nel secondo set la costanza e l’efficacia al servizio del tedesco hanno portato il numero uno a prevalere nel tie-break per 7 punti a 4. Il terzo e decisivo set ha registrato lo stesso parziale del primo, 6 giochi a 3, per cui la pratica per conquistare il terzo titolo dello slam per Sinner è stata archiviata in tre set, addirittura meglio dei match precedenti che lo hanno condotto alla finale, in cui si era temuto per una condizione fisica per niente ottimale. Non ha concesso nemmeno una palla break al suo avversario, e questo dato la dice lunga sulla sua prestazione.

Come ha detto lo stesso Zverev a fine partita: sei il numero uno al mondo, e non di poco. E noi, tifosi di questo sport, non possiamo che confermare questa dichiarazione, constatando che il palmares dei titoli slam e dei titoli ATP del nostro asso tennistico cresce, e di cui sicuramente non perderemo il conto. 

Forza Jannik e il tennis italiano… avanti così! 

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