Nadal dominato da Djokovic al secondo turno delle olimpiadi di Parigi 2024
La Barbera Roberto sport 346
Non mi ero creato aspettative di una grande battaglia nel tanto atteso e pubblicizzato secondo turno alle olimpiadi di Parigi tra Rafael Nadal e Novak Djokovic. Per lo spagnolo, gladiatore induscusso nell'arena di Parigi per ben 14 volte, non potevano bastare i ricordi delle sue gesta eroiche sui campi francesi per impensierire il numero 2 del ranking ATP, sicuramente più in forma e con problemi fisici di gran lunga meno incisivi rispetto a quelli quelli che condizionano lo spagnolo ormai da troppo tempo e che, tra l'altro, lo hanno costratto a frequentare il circuito saltuariamente.
Avendo visto l'incontro, devo dire che fa veramente specie vedere un campione come Rafael Nadal, combattente per eccellenza, il tennista che non molla mai un punto, in uno stato quasi imbarazzante dopo il primo set, chiuso dal rullo compressore serbo per 6 giochi a 1. Il secondo set, poi, stava prendendo la stessa piega del primo, quando in men che non si dica, Novak Djokovic è andato avanti per 4 giochi a 0. Fino a questo punto del match non è che Djokovic abbia fatto qualcosa di diverso dal solito: solido in tutti i suoi colpi, ben centrato verso l'obiettivo, in forma dal punto di vista fisico. Al contrario, lo spagnolo sembrava non potergli stare dietro: tanti errori fuori misura, gioco corto e in difficoltà negli spostamenti, indice di una precaria condizione fisica.
Sul 4-0 per il serbo, lo spagnolo ha avuto una reazione che lo ha portato sul 4-4, che personalmente, però, penso sia stata la conseguenza di una stranissima distrazione da parte di Djokovic. In definitiva c'è stata poca partita e il 6-4 nel secondo set ha consentito l'accesso al terzo turno al serbo.
Non stupisce che Nadal abbia perso questa partita, tanto meno che il punteggio sia stato così severo. Penso che sia frustrante e deludente, per se stesso e per i tifosi, la condizione con cui sia arrivato a questa competizione sportiva, che purtroppo rischia di lasciare un ricordo non proprio brillante. Non è facile giudicare le scelte quando sei un campionissimo come Rafael Nadal. Il sapore della gloria gustato in questo ventennio, però, non dovrebbe lasciare l'amaro in bocca. Forse, una maggiore consapevolezza dei limiti attuali, giustificabili a pieno da una magnifica carriera, dovrebbero portare alla riflessione fatta da altri campioni di questo sport, seppur amareggiati dalla consapevolezza del ritiro, proprio come il rivale/amico Roger Federer. La divinità tenistica più osannata dell'era Open addirittura ha dovuto scegliere il doppio come match di avvio al pensionamente, perché non in grado di poter giocare neanche un ultimo singolare. Mi vengono in mente Juan Martin Del Potro, Dominic Thiem, che appenderà la racchetta al chiodo a fine 2024. Come loro tanti altri sono stati traditi dal tempo e dall'infortunio irreversibile.