Pensavamo di essere a "due passi" dall'Asilo Nido di Brancaccio, ma rischiamo di non sentire suonare la campanella
La Barbera Roberto centro padre nostro 849
Sicuramente avrete sentito parlare dei recenti accadimenti "tecnico-burocratici" che hanno sconvolto la comunità di Brancaccio in merito alla mancata realizzazione dell'Asilo Nido nel quartiere per cui il Beato Puglisi sacrificò la sua vita. Le testate giornalistiche locali, regionali e nazionali (in onda sul Tg2) hanno trasmesso le interviste di Maurizio Artale, presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro, nel suo appello disperato di tentare di risolvere uno dei tanti errori della precedente Amministrazione Comunale per il mancato inserimento del progetto dell'Asilo Nido di Brancaccio nel piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022.
È decisamente un vero peccato che tale opera, voluta fortemente dal Beato Puglisi per una Brancaccio priva di servizi, almeno a quell'epoca, rischi oggi di eclissarsi a causa della solita "distrazione politica", sempre che così vogliamo definirla. Ancora oggi Brancaccio è privata dell'Asilo Nido. Anche quando tutto sembrava già pronto e servito, in questa città c'è sempre un intoppo. Era l'8 marzo 2019 quando nel terreno incolto e dissestato di proprietà del Comune di Palermo, su cui sarebbe dovuto nascere l'Asilo "I piccoli di 3P", Maurizio Artale consegnava il progetto definitivo dell'asilo nella mani dell'allora Sindaco, Prof. Leoluca Orlando, finanziato dal Centro di Accoglienza Padre Nostro, dalla Fondazione Giovanni Paolo II di Firenze, dal quotidiano Avvenire e dai tanti generosi donatori di tutta Italia (tuttora è attivo online il sito web https://ipiccolidi3p.org/ attraverso il quale potere donare). Il progetto fu anche benedetto da Papa Francesco durante la sua visita a Palermo per il XXV Anniversario del martirio del Beato Giuseppe Puglisi, il 15 settembre 2018.
Agli inizi del 2019 il Vice Sindaco Emilio Arcuri e Maurizio Artale vengono ricevuti dal Ministro per il Sud Barbara Lezzi (Governo Conte 1) per concordare il finanziamento per la realizzazione dell'Asilo. Il 27 aprile 2019, il Ministro Barbara Lezzi veniva a Brancaccio, proprio in quel terreno, per confermare l'impegno del Governo per il progetto. Con delibera del Cipe 10/2019 venivano assegnati 3 milioni di euro per l'edificazione dell'Asilo Nido. Insomma, tutto è pronto: abbiamo il terreno, abbiamo il progetto e abbiamo i soldi... manca solo il suono della campanella per i nostri bambini.
Al posto della campanella, il 18 marzo 2021 giunge al Centro Padre Nostro la nota n. 211362 a firma del R.U.P. del Comune di Palermo, in cui veniva notificato il mancato inserimento del nostro progetto nel piano triennale delle opere pubbliche senza motivi a oggi abbastanza trasparenti.
Il rischio è di perdere il finanziamento se non si troverà una soluzione entro il 31 dicembre 2022 perché manca la gara d'appalto. Ma oltre al danno c'è, come sempre, anche la beffa: per ben due volte, come spiegato dallo stesso presidente del Centro Padre Nostro, a causa di questi ritardi, si è dovuto rielaborare il computo metrico estimativo dei materiali per adeguarlo ai due aumenti del preziario regionale. Cosa da non poco se si pensa che l'asilo nido (comprensivo di spazi esterni) dovrebbe svilupparsi su una superficie di 2.300 mq circa e una superficie coperta di circa 600 mq con area giochi esterna e tutte le forniture di arredi annesse al progetto stesso. Pensate che sono previsti pannelli solari e fotovoltaici.
Le considerazioni sono sempre le stesse, quelle che fece il Beato Giuseppe Puglisi giungendo a Brancaccio: nel quartiere, per cominciare un processo di evoluzione sociale occorreva partire dai più piccoli, impresa difficile ma non impossibile, per toglierli dalla strada e dalle grinfie malavitose; e l'istruzione era il primo vero tassello importante. Il fallimento di questo progetto porterebbe la gente del quartiere a regredire per l'ennesima volta. Inoltre, se questo progetto non venisse finanziato, tutti i donatori incoraggiati dallo stanziamento di un finanziamento pubblico per un'opera così importante, in un quartiere la cui storia porta il sacrificio di un Martire, sarebbe indotti in sentimenti di sfiducia nei confronti dell'intero Paese e, soprattutto, del Centro di Accoglienza Padre Nostro, che conseguentemente perderebbe di credibilità e del sostegno dei propri benefattori.
Personalmente, al di là di ogni coinvolgimento nella realtà del Centro di Accoglienza Padre Nostro, che mi vede impegnato da circa 29 anni a servizio del quartiere in cui sono cresciuto, mi fa specie rileggere le parole di Maurizio Artale nel suo comunicato del 23 aprile 2018 trasposte alla drammatica realtà di questi giorni. Ve le riporto integralmente:
«Quando credi in un progetto che a guardarlo sulla carta sembra irrealizzabile, soprattutto se si considera tale progetto la realizzazione del sogno di un prete che ha dato la sua vita per la sua Comunità, non ti serve ripensare a tutti i sacrifici, a tutto il lavoro e le "battaglie" che hai dovuto fare per raggiungere gli obiettivi prefissati. In questi venticinque anni i volontari e gli operatori del Centro di Accoglienza Padre Nostro hanno fortemente voluto la concretizzazione del sogno del Beato Giuseppe Puglisi, affinché Brancaccio fosse dotata di quei servizi mancanti ma tanto indispensabili per una crescita dignitosa del territorio e della gente che lo abita.»